| Introduzione- Vandergart, una città sul confine
Dopo cinque giorni di riposo per Aenthondiel ed il collerico Tidus, i cinque decidono di prendere la diligenza per la città più vicina, Vandergart, situata al confine con la terra natale di Ferenc. Nel malandato carrone che li porta a destinazione hanno la possibilità di conoscere una socievole donna di mezz'età in viaggio per visitare la tomba della sorella morta da poco. La signora viene da Nuln, e offre ai compagni di viaggio il pranzo nella locanda più vicina alla piazza di arrivo nella città. "Il sole ridente" non è il migliore osteria di Vandergart, cosi come non lo è il vino che i nostri eroi gustano, ma la porchetta in salsa di funghi vale la fama di cui è nota. Qui gli viene indicato dall'oste hobbit Otto una gioielleria dove questi potranno rivendere il bottino recuperato ai briganti pochi giorni prima. Farlok e Aenthondiel fingono di essere servi di una nobildonna di Nuln con problemi finanziari, disposta a vendere alcuni cimeli di famiglia pur di rendere onore al funerale della sorella: restando fra realtà e menzogna i due riescono a racimolare un bel gruzzoletto, pur mantenendo ancora più di metà delle monete trovate nel tumulo di Aleksiev Rikarf.
I Parte- La famiglia Kant
Dopo la contrattazione, i cinque, ben più ricchi di prima, si dirigono verso l'abitazione dei Kant, la famiglia delle defunta sorella della signora Tarestan. L'ospitalità non pare delle migliori: nonostante abbiano tutti accesso alla tomba di famiglia ed alla stanza della defunta, sono tutti trattati (anche Lisa) in maniera sbrigativa e poco garbata. Il padrone di casa sembra poco restio ad essere di conforto o di aiuto, e scaccia in malo modo i suoi ospiti per questione urgenti di lavoro.
Degno di nota è l'evento accaduto nella camera da letto della defunta: gli abiti e gli oggetti personali della signora infatti emanano un tale potere sacrilego che il povero Aenthondiel ha quasi un mancamento, non abituato (ancora) a simili fonti di energia negativa.
Usciti dalla casa i nostri eroi si mettono in cerca di una locanda più degna per la signora, visibilmente stanca e scossa. Il sanguigno Ferenc deve affrontare la sua ramanzina sul comportamento poco educato avuto in casa davanti all'esigua gentilezza di Kant, ma tutti sanno che il kislevita, poco avvezzo alle corti nobiliari, ha agito in buona fede, e per questo la cosa cade li, e piuttosto in fretta.
L'arrivo alle "Tre gemme", una delle migliori locande della città rende tutti un poco più rilassati: l'edificio e i suoi interni sono senza dubbio ben curati, eleganti e comodi, anche se non tutti sono d'accordo sulla cifra da spendere..
Mentre la signora Tarestan riposa nel salottino in compagnia di Aenthondiel che le chiede qualcosa di più sulla sorella, gli altri tre ritornano per le strade, in cerca di una sartoria, una fucina e della locanda del mezzuomo per riprendere i propri bagagli. Raggiunti più tardi dal mago, sono tutti divertiti dalla visione di Farlok circondato da decine di tessuti e abiti di prova, il mezzuomo è infatti deciso a rifarsi un intero guardaroba, ora soprattutto che la fortuna è della loro.
Dopo un'oretta di svago quindi si ritrovano tutti a cena, un pasto ovviamente squisito e delicato, anche se la zuppa di coniglio non passa senza commenti.
L'unica novità è rappresentata dall'aggiunta alla compagnia di una piccola ed insolita creatura, una piccola scimmietta che Farlok ha trovato. Nonostante la creatura sia molto spaventata e infreddolita (e lasci un ricordino nel letto del mezzuomo), essa riesce a catturare subito o quasi li cuore dei quattro, ancora più legati ora dal dovere familiare di crescere questo strano lontano cugino..
II Parte- La maledizione della famiglia Kant
Al mattino i quattro commentano la nottata poco tranquilla del piccolo animale (la scimmia, non farlok, ndr), ma il mago decide di far visita alla donna che ancora non è scesa per mangiare. Insistendo le porta la colazione in camera, ma si accorge con paura e rammarico che un leggero alone dell'ormai tristemente familiare vento di magia nera, si espande dalla donna. Si scopre infatti che ha recuperato un fazzoletto della defunta sorella, e questo ha probabilmente infettato anche la povera Lisa. Adesso tutti e quattro lo sanno, e dovranno sobbarcarsi anche questa onerosa incombenza.
I quattro allora vanno alla ricerca di un sacerdote di Shallya per curare la povera donna: l'uomo però spiega che la malattia è più grave del previsto e che deve consultare alcuni scritti e liturgie prima di poter procedere. Nel frattempo l'hobbit, Ghildor e l'uomo del nord compiono un giro della città in ricerca di alcune informazioni, passando ad esempio dalla biblioteca di Verena in cerca di informazioni. Un evento importante però avviene alla locanda, dove Aenthondiel sorveglia la stanza della donna leggendo nel salotto comune. Si accorge infatti che un uomo scassina la porta d'ingresso della stanza ed entra per frugare fra i suoi oggetti. Il tempestivo intervento dell'elfo però è sufficiente per stordirlo e fermarlo, e dopo pochi minuti il criminale è consegnato all'autorità pubblica. Farlok però segue il manipolo di guardie fino alla caserma, con l'intenzione di parlare con il "collega", quando però si accorge che quest'ultimo viene rilasciato subito una volta raggiunto l'edificio. Seguendolo il curioso hobbit giunge fino ad una casa dove l'uomo entra, una casa adiacente alla dimora del signor Kant.
Visti il signor Kant e il ladro a parlare, ed informati gli altri dell'accaduto, i quattro decidono di andare a fare un sopralluogo nella casa. Mentre i due più furtivi del gruppo, Ghildor e Farlok si intrufolano nell'edificio, gli altri due sorvegliano la situazione nascosti in quello dall'altra parte della strada, una sorta di magazzino-stalla abbandonanto. Vecchio a tal punto che il peso del kislevita è sufficiente per farlo sprofondare attraverso le tavole marce del pavimento, e far scoprire ai due un passaggio segreto sottostante. I due nella casa invece trovano solamente l'uomo avvelenato con del vino steso su di un letto con un piccolo messaggio in tasca.
Esplorando il passaggio i quattro scoprono che tale condotto è collegato ad una sorta di sala sacra (o sacrilega) con tanto di altare centrale, e che soprattutto è collegata alla cantina della dimora Kant. Viene mandato il piccolo Farlok a curiosare in casa, ma non riesce ad ottenere alcuna informazione utile.
Tornando alla locanda i quattro accettano l'incarico del prete di acquisire alcuni ingredienti utili per salvare la povera donna malata. Con l'aiuto del mezzuomo e delle sua conoscenze, alcuni vengono immediatamente acquisiti, ma restano da recuperare ancora alcuni, i più pericolosi..
continua...
III Parte- Ricerca nel Nord
Edited by ^Colui^ - 24/2/2007, 00:03
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